STORIA DEL CARNEVALE

Pietrasanta e il Carnevale, una storia che ha inizio agli albori del secolo scorso

carnevale pietrasantinoSi, perché già ai primi del ‘900 per le vie del centro si svolgevano sfilate in maschera che ricordavano momenti storici vissuti nella nostra cittadina.
Nel 1910 il “Grande Corteggio di Michelangelo” prese le mosse dall’Accademia di Belle Arti, organizzato dai professori Papini, Augelli, Pavisa e Mazzei.

Preceduto dal Corpo Bandistico, da valletti che giocavano con le bandiere, “si soffermò davanti Palazzo Moroni e Fuor di Porta, dove c’erano la pesa dei maiali e delle relative consorti e l’abbeveratoio dei cavalli”. Lo spettacolo ebbe fine con una simpatica coreografia, in cui Michelangelo, presso la “Montata” alla Posta Vecchia, si prese il grosso blocco sotto braccio ne fece una palla di carta ed iniziò il primo allenamento sul pallone come aveva visto giocare a Firenze.
Il pittoresco corteo voleva ricordare il trasporto del marmo delle Apuane che Michelangelo veniva a prendersi per i suoi monumenti.Antico carnevale a Pietrasanta

Il blocco nel cui interno i membri del Comitato di turno stavano mangiando i tordelli, bene annaffiati con vino prelibato della Colombetta, passò trionfalmente per le vie di Pietrasanta. Fu tutta una festa.
Altra musica nel 1924 si diffuse per Pietrasanta.
Viareggio aveva già avuto i suoi successi con Tinin di Burio. E poteva mai la nostra Pietrasanta rimanere insensibile al richiamo di Re Carnevale?
Si formarono, così, comitati e si lavorò giorno e notte con legname, carta pesta, colla e gesso per allestire il primo corso mascherato che si svolse in una cornice imponente di folla. Ci furono i carri del Grammofono e della Gallina attorniata dai pulcini, uscita fresca fresca dal pastificio di Millul dove si faceva la pasta all’uovo. Poi c’era il carro dei Beoni esaltante Noè che piantò la vite e che inventò l’Arca; il Castello incantato in cui Federi’, Gi di Roccata si profusero in tante diavolerie da far scoppiare dalle risa.
Chiudeva il corso il Carro di Giotto dell’UOEI: Pinocchio ai Monti. Intorno ai carri folla e folla; tantissima folla.
Il corso mascherato sfilò a lungo da Porta a Lucca alla Posta Vecchia. In Piazza i carri sostavano, davano fiato ai canti e alle trombe, mentre le mascherate a piedi, come quelle del Flit e della Mouson, intonavano le proprie canzoni. Le musiche erano dei maestri: Tondelli, Bottari, Ghepardi, Lari e Casci.

L’anno successivo si ebbe un altro corso mascherato e si notò un progresso nell’allestimento dei carri. Il carro del Pierrot crebbe tanto l’ultima notte che i costruttori dovettero demolire il cantiere per farlo uscire. La capanna che si vide avanzare non era quella dello zio Tom né la parodia della Capannina di Forte dei Marmi, ma la satira di un fatto di cronaca locale: “E’ stato il vento che ha tiro giù la canna, o bimbo fa la nanna che il babbo vuol dormir“.

Dopo una parentesi di 10 anni, nel 1935, si ebbe una festa sfarzosa durante il San Biagio: Cosimo I dei Medici entra in Pietrasanta.
Il Principe Mediceo cavalcò fino alla nostra città per prendere possesso delle sue chiavi mentre la Repubblica di Lucca conservava la sua indipendenza. A distanza di 4 secoli la città di Pietrasanta inscenò nelle sue strade la rievocazione dello storico avvenimento. I cittadini rivestono costumi dell’epoca; per un giorno fu ripristinata anche l’antica toponomastica: Via Mezzana, Via Soprana e Via Sottana di sopra e di sotto, “che avrebbero del resto potuto riconservarsi senza il pericolo di cambiamenti imposti dall’opportunismo storico“. Cosimo salì le gradinate di Palazzo Moroni e fece leggere il suo storico proclama.

Negli anni successivi la guerra impedì lo svolgersi di attività carnascialesche.
Anche gli anni successivi al periodo bellico non registrarono significative rappresentazioni carnevalesche. Dobbiamo arrivare alla metà degli anni ’70 per ritrovare il Carnevale in tutta la sua bellezza.
Si costituisce il Comitato Carnevale, la città si divide in tante contrade contrapposte da accesa e simpatica rivalità: Lanterna, Beca, Africa, Città Giardino, Vecchiuccio, Collina, La Contratoia, Pontestrada, Crociale, Porta a Lucca, Bar Renzo.
Ogni anno viene eletta la Canzone Regina del Carnevale durante lo “Sprocco d’argento“, la manifestazione della canzonetta del carnevale pietrasantino che si svolge prima del periodo di carnevale. La manifestazione è animata da cantanti locali, uno per ogni contrada, e allietata dalla presenza di nomi famosi dello spettacolo italiano come: Corrado, Pippo Baudo, Silvan, Daniele Piombi, Gianfranco D’Angelo, Gigi Sabani.
Tutte le sere la Compagnia del Teatro popolare versiliese rallegra ulteriormente la platea con le sue simpatiche e pungenti scenette.

I corsi mascherati si svolgono in tre domeniche più il martedì grasso, con il percorso che si snoda per le vie del centro cittadino. I carri di carta pesta si ispirano ad avvenimenti della vita quotidiana e si riempiono di ragazzini festanti. Le strade e le piazze della città sono piene di gente festosa.
Durante ogni sfilata si possono gustare le specialità culinarie preparate dalle contrade durante la sagra gastronomica che viene allestita in Piazza del Duomo. Alla fine della sfilata, poi, ci si può buttare in balli sfrenati grazie all’orchestra posta sul parco preparato anch’esso in Piazza Duomo.

Negli anni ottanta, poi, si decise di replicare i corsi carnevaleschi d’estate per allietare il soggiorno dei vacanzieri. Quattro domeniche di festa con musiche, danze, sagre gastronomiche e un bellissimo spettacolo pirotecnico finale a chiusura della manifestazione.